venerdì 17 aprile 2015

17. CONFUCIANESIMO, TAOISMO E SHINTO


Un elemento comune delle religioni praticate in Cina e Giappone è il culto degli antenati. Altra caratteristica comune è il sincretismo: le diverse religioni non sussistono semplicemente l’una accanto all’altra ma si mescolano tra loro e non è raro che un fedele si ispiri a più di una tradizione religiosa.
In Cina fin dai tempi più antichi si praticavano “tre vie”: Taoismo, Confucianesimo e Buddhismo. Quest’ultimo, originario dell’India, si è diffuso anche in Giappone dove ha giocato un ruolo decisivo per la religione nazionale Shinto.
Il Giappone è stato definito un laboratorio di religioni, poiché dopo la guerra sono sorte innumerevoli nuove sette e comunità di fedeli sulla base dello Shinto, del Buddhismo e del Cristianesimo.
In Cina invece l’importanza della religione è diminuita sensibilmente negli anni del dopoguerra. Con la presa del potere, nel 1949, i comunisti di Mao Tse-tung imposero pesanti  limitazioni alla libertà di culto, distrussero templi e confiscarono i luoghi destinati alla pratica religiosa. Dopo la morte di Mao, nel 1976, è iniziata una graduale liberalizzazione sia in capo religioso sia negli altri ambiti della vita sociale. 

Confucianesimo 

Il Confucianesimo era la dottrina a cui si ispirava l’elite di ufficiali che governava l’impero cinese fino alla sua dissoluzione nel 1911. La religione del popolo invece si limitava piuttosto al culto degli spiriti e degli antenati, che in seguito fu influenzato anche da elementi di altre religioni.
            Confucio (551- 479 a.C.), il suo fondatore, divenne un filosofo con molti discepoli e interpretò in modo innovativo precetti e tradizioni antichi, soprattutto per quanto riguardava le tradizioni etiche, filosofiche e sociali. Egli riteneva di essere stato incaricato dal “Cielo” di rinnovare la morale e la cultura dei suoi tempi rifacendosi alla saggezza del passato. Il Cielo, Divinità Suprema, rappresentato talvolta come impersonale, talaltra come essere umano con una grossa testa, fissava le leggi e le regole della condotta, premiava con la prosperità il popolo e il sovrano, che unico può compiere sacrifici, e puniva con le catastrofi naturali. Tale culto fu accettato anche da Confucio, che riteneva il Cielo padrone della vita e della morte. Confucio, tuttavia, non diede mai al suo pensiero una struttura sistematica, per cui oggi conosciamo il suo pensiero solo attraverso la tradizione orale.
In onore a Confucio furono costruiti templi nei quali si svolgevano riti sacrificali.
Il pensiero di base di Confucio è che la natura e l’universo sono in armonia tra loro, e che questo deve caratterizzare anche la vita dell’uomo. Il filosofo recupera due degli antichi principi della cultura cinese e li riutilizza dando loro un’impronta personale. Il primo è il tao, la grande armonia nell’universo, ossia il rapporto giusto e proporzionato tra tutte le cose, a cui i singoli e l’intera società devono rifarsi. Quando il loro “io” interiore è in sintonia col tao, si origina la forza vitale necessaria, te, o giusta condotta, che è l’altro concetto fondamentale della tradizione confuciana. Per entrare in armonia con il tao, l’uomo ha bisogno di conoscenza e sapienza, che si ottengono con lo studio della tradizione. E’ quindi necessario applicarsi allo studio delle regole che assicurano un giusto comportamento relativo al posto che occupiamo nella società e il corretto adempimento dei rituali e delle cerimonie religiose. Secondo Confucio l’uomo è buono per natura e tutto il male proviene dalla mancanza di conoscenza.
Confucio non era avverso alla religione e credeva nell’esistenza di dèi e spiriti. Sebbene pensasse di agire per ispirazione di un’entità soprannaturale, Confucio non ha mai basato la propria etica su regole dettate dal Cielo, perché non lo considerava un dio personale. Per lui era importante che gli dèi venissero adorati nel modo giusto, ma non era interessato a tematiche religiose e metafisiche. 

Taoismo

I principi del taoismo sono contenuti nel Tao Te Ching che significa “Il libro del Tao e del Te”. Tao (ordine, struttura del mondo) e te (energia vitale) sono antichi concetti cinesi. Confucio li interpreta in modo leggermente diverso. Nessuno sa con sicurezza chi abbia scritto quel libretto, ma secondo la leggenda l’autore fu il filosofo Lao Tzu vissuto nel VI sec. a.C., quindi quasi contemporaneo di Confucio. Secondo Lao Tzu il tao non era solo l’armonia della natura ma la stessa materia primordiale con cui tutte le cose sono state create o da cui hanno avuto origine. A volte viene menzionato come “Cielo”, cioè come un’entità divina, anche se non si tratta di un dio personificato.
Inoltre, secondo il nostro filosofo, a differenza di altre concezioni dello stesso Tao, quest’ultimo non si può descrivere in modo semplice e razionale: ne consegue che l’uomo non può studiare o ricercare la vera natura del Tao: per comprenderla non si deve usare la ragione. Occorre meditare, sprofondare in una sorta di tranquilla passività e scordare tutto ciò che riguarda il mondo esterno, il guadagno ed il progresso. Solo così l’uomo raggiungerà l’unione con il Tao e dentro di lui entrerà l’energia vitale Te. 

Shinto 

È l’antica religione nazionale giapponese, ma poi è convissuto con il Buddhismo, oltre che con il cristianesimo.
Lo Shinto non ha un fondatore, non ha una dottrina né un’etica codificate. Un ruolo fondamentale svolgono le cerimonie e i rituali che mettono il fedele in contatto con la divinità.
La mitologia giapponese racconta che in epoca primordiale, la coppia divina Izanagi e Izanami discese dal cielo e fece nascere le isole giapponesi, poi il resto del mondo, e infine una serie di kami, cioè dèi, tra cui la dea del sole, Amaterasu, e altri che sulla terra divennero i progenitori dei primi uomini. Ma la società degli uomini aveva bisogno di ordine e di una guida perciò fu inviato sulla terra il nipote di Amaterasu. Uno dei suoi discendenti fu il primo imperatore del Giappone. Tutti i giapponesi quindi sarebbero di origine divina e soprattutto l’imperatore che discende direttamente dalla stessa dea del sole.  Poco a poco si passò così all’adorazione dell’Imperatore stesso, anche da vivo.
Dopo varie vicissitudini politiche, e in seguito alla sconfitta del Giappone nel 1945, l’imperatore emanò un decreto con il quale negava la sua natura divina. Lo Shinto fu soppresso come religione di stato, anche se lo Shinto popolare perdura.
Ricordiamo che durante la guerra lo Shinto costitui il fondamento ideologico per i piloti suicidi, i kamikaze: ogni soldato che perdeva la vita in guerra veniva immediatamente nominato kami e onorato con cerimonie nei templi.
Le cerimonie hanno un ruolo centrale nello Shinto: contribuiscono ad allontanare le disgrazie, assicurano la collaborazione e il contatto con i kami e favoriscono felicità e pace per il singolo e per la comunità. 

            Considerazione generale sulla credibilità teologica/filosofica di queste tre religioni 

Queste tre religioni dell’estremo oriente si possono considerare più filosofie - soprattutto confucianesimo e taoismo - che religioni rivelate, e come tali possono essere soggette a critiche filosofiche e scientifiche (sul problematico concetto di “natura”, sulla sua finalità e significanza per l’uomo).

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